Lo sai che lo stress può essere causato anche dall’ambiente?

Scopri come trasformare la tua casa-contenitore in una casa-nido e passare, da una casa Causa-stress ad una Anti-stress, grazie all’Ambient Therapy.

Ti è mai capitato di entrare in un luogo e sentire uno strano disagio?

Ti sarà anche capitato al contrario di sentirti particolarmente bene in altri luoghi, più gioioso o con più energia. Beh ci sono molte spiegazioni e la scienza contemporanea come anche alcune antiche discipline olistiche si trovano d’accordo sui perché di queste sensazioni.

 

Siamo condizionati dall’ambiente che ci circonda sia a livello emotivo che per quanto riguarda il nostro stato fisico. Questa affermazione risulta ovvia se pensiamo a casi estremi come per esempio quelli di città come Taranto, da decenni intossicata dall’Ilva, o alle terre dei fuochi.

 

Eppure appare meno ovvia se la riportiamo agli ambienti domestici o lavorativi comuni, a prescindere quindi dalle condizioni ambientali generali della città in cui viviamo.

Sia il nostro inconscio che il nostro organismo rispondono a moltissimi stimoli che noi consciamente non percepiamo, se non quando si presentano in noi disturbi di qualche tipo e suonano i “campanelli d’allarme”.

Questi campanelli però raramente vengono collegati agli ambienti in cui trascorriamo il nostro tempo, la nostra vita, ovvero casa e ambiente di lavoro.

 

 

Stress ambientale

Lo stress causato dall’ambiente è ormai riconosciuto ampiamente, eppure rimane un argomento molto spesso sottovalutato in cui pochissimo è stato scritto se non in testi scientifici.

Gli elementi ambientali intorno a noi possono causarci stress in molte forme, anche quando non ce ne accorgiamo. Pensiamo ad esempio al rumore, le città in cui viviamo sono molto rumorose e anche se più o meno ci siamo abituati a un livello di rumore alto e pressoché costante, questo può comunque causare problemi a livello psichico, fisico ed emotivo.

 

Prova a riflettere un momento, durante la tua giornata, quante ore passi sottoposto a rumori di vario tipo e per quanto tempo invece riesci a godere del silenzio? Il suono è informazione per il nostro cervello, viene processato continuamente per valutare se c’è un pericolo, se qualcuno ci chiama, per capire dove siamo e cosa accade intorno. Capisci quindi che sebbene passi tutto a livello inconscio, questo continuo stimolo e tutte queste informazioni sonore stancano il cervello e quindi ci scaricano delle nostre naturali energie.

Un altro esempio di stress ambientale è la temperatura. Diversi studi scientifici hanno dimostrato che c’è una temperatura giusta per lavorare e una per dormire o per rilassarsi. A seconda della temperatura all’interno dell’ufficio le performance cambiano in maniera radicale. Addirittura la temperatura dovrebbe essere diversa se si fanno lavori intellettuali oppure lavori manuali. Su questi argomenti ho trovato molto interessante il libro delle autrici M.R. Baroni e R. Berto “Stress ambientale”. Possono sembrare frivolezze ma mantenere la temperatura corporea costante e funzionale alle attività che dobbiamo svolgere richiede lavoro per il nostro corpo, di conseguenza anche qui stiamo probabilmente sprecando energia utile.

 

Se iniziamo a riflettere sui tanti aspetti ambientali che causano stress ci rendiamo conto che le nostre energie vanno via come in un colabrodo. Sprecate nel gestire mille piccole cose solo per mantenerci più o meno in equilibrio in ambienti non equilibrati.

Non sorprende quindi che tutti abbiano una costellazione di piccoli disturbi con cui combattere quotidianamente e che oltre a dare disagio, a lungo andare possono sfociare in vere e proprie malattie. I campanelli ci danno l’allarme ma se non li ascoltiamo…

 

Come evitare lo stress causato dagli ambienti?

É possibile invertire il flusso energetico e caricarci invece che scaricarci?

In questo articolo ti mostrerò come riconoscere le cause di stress intorno a te per poter poi lavorare sull’ambiente perché questo favorisca il tuo benessere e non il tuo malessere.

 

Ambient Teraphy, come l’ambiente che ti circonda condiziona il tuo benessere.

Negli ultimi 20 anni sono state fatte molte ricerche sul rapporto tra Noi e l’ambiente. Oltre alle cause “base” come negli esempi del rumore e della temperatura, ci sono altri fattori di stress che appaiono ancor meno intuitivi.

Lo sviluppo delle neuroscienze ha infatti dimostrato scientificamente molti concetti che da millenni vengono tramandati ed applicati in discipline antiche come il Feng Shui e il Vastu; tali studi hanno dato valore scientifico alla Cromoterapia, alla Biofilia, allo studio delle forme e sottolineato l’importanza della luce per il nostro benessere.

L’utilizzo dei colori seguendo i principi della cromoterapia ad esempio può favorire le diverse attività da svolgere, può aiutarci a riposare meglio, a litigare meno con i nostri cari, a superare tristezza e nervosismo, ad essere più concentrati sul lavoro, può sostenerci durante la dieta e persino a favorire l’intimità di coppia.

 

I colori che hai scelto per la tua casa e quelli che ci sono nel tuo ambiente di lavoro, ti caricano o ti scaricano?

 

Diversi studi hanno dimostrato ad esempio che i colori influiscono sensibilmente sulla memoria, migliorano l’apprendimento in una percentuale che varia dal 55 al 78% (Embry, 1984). Studiare e lavorare in un ambiente con i colori sbagliati ci farà quindi rendere meno e ci stancheremo di più.

Il colore aiuta non solo a memorizzare, ma anche a capire. Chi conosce gli studi del filosofo austriaco Rudolf Steiner sarà a conoscenza del sistema educativo da lui ideato e ormai diffuso in tutto il mondo: grazie alle forme e ai colori utilizzati negli ambienti per l’infanzia è possibile stimolare lo sviluppo cognitivo ed emotivo dei bambini.
Un lungo studio condotto da Ertel nel 1973 certifica che il bianco, il nero ed il bruno, provocano un abbassamento delle prestazioni, un calo della creatività e della concentrazione e, in generale, un tono dell’umore meno positivo. Non posso quindi fare a meno di chiederti; il bianco è il colore dominante nei tuoi ambienti?

 

Altri studi (Ozturk, 2010) (Kwalleek, Lewis e Robbins, 1998) hanno dimostrato come in ambienti neutri e con illuminazione bianco-fredda diminuisca la produttività dei lavoratori, aumenti il senso di stanchezza, insoddisfazione, il desiderio di cibo e distrazioni e persino il rifiuto verso il lavoro da svolgere.
Uno studio pubblicato sulla rivista Science, dimostra che si è più concentrati e persino più in salute in ambienti lavorativi studiati in base alla cromoterapia, rispetto ad altri basati invece su una dominante cromatica bianco-grigia. In questi ultimi si registra inoltre un notevole aumento delle assenze per malattia.

Purtroppo la cultura contemporanea ha relegato l’uso libero del colore al mondo dell’infanzia, creando una vera e propria dittatura del neutro: bianco, grigio, tortora e simili sono oggi i colori dominanti nella gran parte delle case. Il famoso “logorio delle vita moderna” di cui parlava un vecchio spot, non è quindi legato solo ai ritmi ma anche agli ambienti che la modernità ci ha imposto.

 

Siamo riusciti a decolorare le nostre case e quindi le nostre vite pensando ai colori come qualcosa di “pacchiano”, infantile o persino plebeo. Questa paura del colore, che ha trasformato case e luoghi di lavoro in scatole monocromatiche e che si espande anche in ambiti diversi come ad esempio l’abbigliamento (basti pensare a come intendiamo l’abito elegante: bianco, nero, grigio o blu) è studiata nelle sue origini ed evoluzioni storiche con il nome di Cromofobia, termine coniato da David Batchelor, che nel suo libro esplora origini e conseguenze di questa imposizione culturale da cui, pur non essendone del tutto consapevoli, siamo fortemente condizionati.

 

Il ruolo della forma nel benessere

Un ruolo fondamentale per vivere bene gli spazi, lo ricoprono gli arredi. Oltre al comfort che si spera sia il requisito minimo per giustificarne la loro presenza, anche le loro forme hanno influenza sul nostro inconscio. Una stanza arredata con mobili spigolosi e in generale dalle forme rigide “segnala” un possibile pericolo all’Amigdala (una parte del sistema limbico del nostro cervello) . Con gli spigoli bisogna muoversi in modo “inconsciamente” più cauto, più formale; i movimenti del corpo saranno quindi meno fluidi.

 

Al contrario, se intorno a noi abbiamo forme arrotondate e superfici morbide, i nostri movimenti non saranno condizionati, ci sentiremo meno tesi e si avranno i cosiddetti “movimenti ludici”.
A lungo andare questi segnali creano una situazione di stress al nostro organismo e contribuiscono all’insorgere di ansia e nervosismo. Anche il Feng Shui sconsiglia gli spigoli poiché inibiscono il movimento gioioso e rallentano il flusso delle energie negli ambienti.

 

 

Sono state condotte molte ricerche sulle reazioni inconsce tra il nostro cervello e le forme degli oggetti intorno a noi: molto interessante a riguardo è uno studio del 2007 di M. Bar e M. Neta, “Visual Elements of Subjective Preference Modulate Amygdala Activation”, pubblicato su Neuropsychologia, che ha dimostrato scientificamente quello che da sempre viene tramandato nell’applicazione del Feng Shui.

Oltre le ricerche scientifiche, mi ha affascinata l’esperimento dello studio di architettura Arakawa e Gins, che a Tokyo ha realizzato il primo hotel sensoriale. L’architettura per loro è come un farmaco per il corpo: attraverso la disposizione dei colori e la creazione di superfici tattili (pareti e pavimenti con avvallamenti e “grumi” sporgenti) hanno allestito degli ambienti in cui non si cammina, ma quasi ci si arrampica.

 

Mettendo continuamente in discussione l’equilibrio ad ogni passo, si ripensa totalmente la nostra consolidata abitudine alle superfici lisce e piane.

Catapultando i propri ospiti in questi spazi surreali, permettono loro di sperimentare un nuovo rapporto con il corpo e scoprire così quanto normalmente il loro inconscio sia intorpidito e i loro movimenti bloccati e rigidi.

Non siamo abituati a pensare al nostro corpo in movimento durante la vita quotidiana. Ci muoviamo con il pilota automatico e questo influisce in modo sottile sul nostro stato emotivo e di conseguenza sul nostro benessere.

Rincorrendo la semplicità, il minimalismo e il comfort, abbiamo creato un mondo privo di stimoli sensoriali, colori e forme ludiche che non fa altro che agevolare la forma pensiero, ovvero quel continuo dialogo interiore che tutti pratichiamo continuamente e che ci separa totalmente dalla percezione dell’ambiente che abbiamo intorno: tanto c’è il pilota automatico!

 

Può sembrare strano che degli oggetti dalle forme arrotondate e delle linee curve possano generare in noi una sensazione di benessere ed un effetto ludico. Questo fenomeno psicologico si chiama “effetto peak shift” (spostamento del picco) e ci spinge a reagire positivamente a determinate forme curve. Si intuisce facilmente, guardando le reazioni di bambini e animali a cerchi, palle e hula hoop, alla vista di questi oggetti essi sono naturalmente portati a muovere il corpo, a giocare.

 

Senza dover trasformare le nostre case in asili o ambienti surreali, è possibile, selezionando adeguatamente gli arredi e i colori, creare degli stimoli positivi e delle sensazioni gioiose nel nostro inconscio e questo contribuirà enormemente alla positività del nostro umore, delle nostre energie e del nostro benessere fisico.

 

Curarsi con la propria casa

Tornando alle nostre case, facciamo un esempio pratico: un oggetto come il lampadario può, a seconda della sua forma, influire in modo positivo o meno sull’inconscio andando a creare disturbi al sonno. Lampadari con le forme spigolose o con delle punte, lascerebbero attiva quella parte dell’Amigdala che processa le informazioni legate ai pericolo e, rimanendo sempre in allarme anche durante il sonno, genera stress al nostro organismo, se pur lieve.


Scegliere un lampadario dalle forme curve e possibilmente ricco di dettagli, genera in noi sensazioni di tranquillità e calma, favorisce il riposo e contrasta l’insonnia.

Showroom Naira Khachatryan, Cannes

Lampada Light flowers sospensione

Come accennato inizialmente, questi sono solo alcuni aspetti che concorrono a creare un ambiente sano e rigenerativo, che si tratti di ambienti domestici o lavorativi.

Non c’è benessere senza verde

Anche le piante, se scelte correttamente e disposte in modo adeguato, sono in grado di svolgere un ruolo molto importante all’interno degli ambienti. Con le piante ad esempio possiamo attutire i rumori esterni, assorbono anche i piccoli rumori negli uffici come ad esempio il ticchettio sulle tastiere.

 

La Biofilia è un ramo delle neuroscienze e studia proprio i benefici portati dalle piante se usate negli interni.

Grazie alle scoperte di questi studi sappiamo come usare le piante per defaticare il nostro cervello quando lavoriamo, avere delle piante vicino al computer e in generale nelle postazioni di lavoro, può ad esempio aiutarti a concentrarti di più e a sentirti meno stanco.

 

Da molti anni studio queste tematiche, la passione che mi spinge a seguire le continue ricerche scientifiche a riguardo, il piacere nel vedere che “verificano” quello che da tempi immemori viene professato in campo olistico, mi ha portata ad ideare un percorso di riequilibrio tra la persona e l’ambiente in cui vive.

Perchè se è vero che siamo cosa mangiamo, siamo anche dove abitiamo.

Ho così ideato l’Ambient therapy.

 

Cosa è l’Aambient Therapy

Con il nome Ambient Therapy, intendo l’unione tra la storia del benessere abitativo (quindi le discipline orientali e gli antichi saperi), con le più recenti ricerche scientifiche sul benessere ambientale, legato alla persona ed al suo stato emotivo.

Un nuovo concetto di ambiente olistico (dal greco Olòs, Unione tra corpo, mente e spirito), che come un nido, venga creato sulle forme e sulle esigenze delle persone che dovrà accogliere e confortare.

Proprio l’idea di casa-nido si pone in contrapposizione con quella di casa-contenitore, purtroppo la più diffusa.

 

Durante la quarantena e le restrizioni legate alla prevenzione del Covid-19 più o meno tutti ci siamo trovati a riflettere sul comfort offerto dalle nostre case.

È emersa con tutta la sua drammatica “scomodità” la casa-contenitore: una casa che non ci somiglia, non ci accoglie, non ci conforta adeguatamente né tanto meno ci rigenera. Case spesso troppo piccole per rispondere adeguatamente alle modificate esigenze, con ambienti mal distribuiti, orientamento non ottimale e di conseguenza illuminazione naturale non sempre sufficiente.

Case male illuminate anche artificialmente, arredate con il gusto del periodo, dell’architetto, della rivista, per lo status da dimostrare, quindi non per farti vivere al meglio. E non pensate rispetto ai parametri accennati in precedenza.

Belle case probabilmente, ma poche volte capaci di essere nidi, incapaci di farci vivere felicemente al loro interno superate un certo numero di ore consecutive.

Una casa-nido, quella capace di farti vivere bene, è caratterizzata dalla sintesi di più elementi che lavorando in connessione creano un vero e proprio elisir di benessere.

Nell’Ambient Thetapy oltre ad analizzare i tanti aspetti sopra citati, si affronta anche la salubrità dei materiali, con propensione per i materiali ecologici innovativi e per quelli naturali e non trattati chimicamente; si utilizzano sapientemente le piante per rigenerare lo stato mentale e fisico; si studiano le disposizioni degli arredi, la disposizione e qualità delle fonti di illuminazione.

Creare ambienti capaci di sostenerci a livello fisico e mentale è oggi più che mai una necessità e una scelta possibile.

Grazie a questi ambienti “terapeutici” sarà possibile migliorare la qualità della tua vita e così incidere fortemente sulla tua salute e sulla tua felicità.

 

Quali sono dunque gli aspetti da considerare per creare una casa-nido secondo l’Ambient Therapy?

  • Individuare i bisogni specifici delle persone
  • Studiare i colori più adatti
  • Scegliere le forme migliori
  • La scelta di materiali e finiture salubri
  • progettare una illuminazione artificiale consona agli usi degli ambienti
  • il verde negli interni
  • ridurre gli stress ambientali base
  • no a pacchetti preconfezionati, si al su misura

 

Spero, con queste informazioni, di averti fatto capire l’importanza dei luoghi che hai intorno rispetto al tuo benessere.

 

Un vita sana e felice passa anche per una corretta progettazione e gestione dei luoghi.

Ti invito, se lo vorrai, ad approfondire i singoli argomenti tramite i link e condividerli con chi credi possa trarne beneficio.

 

 

PS: trovi foto e spunti legati ai singoli articoli, sul mio canale Pinterest!